“PREMIO ASIMOV”: IL “VIRGILIO-REDI” VINCE CON GLI STUDENTI MARIACHIARA LONGO E THOMAS INVIDIA

Sono letture dense e pregne di contenuti, ma al contempo piacevoli ed intriganti quelle promosse dal “Premio Asimov”, che saziano quella “curiositas” propria di ogni uomo e forniscono risposte appaganti ad interrogativi che ci accompagnano sin dall’infanzia e che, talvolta, sembrano condannati a restare un enigma imperscrutabile per i più piccoli così come per i più grandi. Per quanto ciascuno si relazioni in maniera diversa con i tanti dubbi che scaturiscono dal mistero dell’esistenza, infatti, ad ogni modo ognuno cerca di fornire una sua risposta alle grandi domande che in ogni epoca ed in ogni luogo hanno contraddistinto l’umanità e iniziative come questa contribuiscono ad alimentare la voglia di scoprire e conoscere che cela in ciascun individuo l’animo di uno scienziato, che si serve delle scintille del suo acume per far luce nelle tenebre dell’ignoranza.
A trionfare nell’edizione 2018 sono stati i libri “La tempesta in un bicchiere: Fisica della vita quotidiana” di Helen Czerski -Bollati Boringhieri, e “Le due teste del tiranno. Metodi matematici per la libertà” di Marco Malvaldi -Rizzoli, aggiudicandosi un meritato ex aequo nel prestigioso Premio per la divulgazione scientifica. I vincitori sono stati annunciati sabato 21 aprile nel corso di sette cerimonie che si sono tenute in contemporanea all’Aquila, Camerino, Lecce, Catania, Cagliari, Cosenza, Perugia. Nell’ambito della medesima manifestazione sono state annunciate, inoltre, anche le recensioni vincitrici di ogni opera e non è mancata una gradita sorpresa per il nostro Liceo “Virgilio-Redi”.
Istituito nel 2015 dal Gran Sasso Science Institute (GSSI) dell’Aquila e cresciuto grazie all’aiuto dell’INFN e di tante altre realtà scientifiche italiane, il Premio Asimov per l’editoria scientifica divulgativa prende ispirazione dai premi assegnati dalla Royal Society e nasce con l’obiettivo di avvicinare le giovani generazioni alla scienza. È stata, infatti, una “giuria popolare”, composta da 2300 studenti provenienti da 68 istituti superiori di 7 regioni, a votare e decretare i due vincitori tra le cinque opere in gara. Oltre alle opere di Czerski e Malvaldi, partecipavano infatti “La bottega dello scienziato: Introduzione al metodo scientifico”, di Alessandro Della Corte e Lucio Russo (Il Mulino), “L’ordine del tempo” di Carlo Rovelli (Adelphi), e “Fisica per la pace. Tra scienza e impegno civile” a cura di Pietro Greco (Carocci Editore).
Il Liceo Scientifico “Virgilio-Redi” anche quest’anno ha preso parte a questo importante concorso: sono stati 21 gli alunni che hanno letto e recensito i libri proposti loro dalle professoresse Maria Anna Ruggeri e Barbara De Leo, referenti del progetto, e due dei partecipanti sono stati proclamati vincitori. Si tratta di Mariachiara Longo, classe IV A, e Thomas Invidia, classe III A, entrambi in concorso per una recensione sull’opera “La Bottega dello Scienziato”.
I due vincitori, che avranno modo il 5 ottobre prossimo di visitare i laboratori del Gran Sasso, al pari dei loro compagni e di tutti gli altri ragazzi che hanno accolto l’invito di confrontarsi con la scienza, hanno avuto modo di sperimentare l’opportunità di entrare nella bottega dello scienziato, parafrasando il titolo di una delle opere finaliste, e comprenderne i segreti, di insinuarsi, quindi, nei meandri dell’universo e riuscire a carpire i misteri dell’esistenza.
Ed è proprio questo il fine ultimo di tale Premio: spronare all’amore per la cultura, che stimola il pensiero critico, la vivacità intellettuale e la capacità di analisi, tutti coloro che non si sono mai avvicinati alla matematica, considerata talvolta avulsa dalla vita “reale” e scevra di applicazioni utili nella quotidianità, e alla fisica, troppo spesso banalizzata a definizioni mnemoniche e formule di cui non si conoscono origine né scopo, per prendere davvero coscienza di come la nostra visione del mondo e, quindi, la consapevolezza di noi stessi siano state influenzate e profondamente cambiate dalla scienza.
Un plauso particolare, dunque, a quanti continuano a credere nella voglia incontenibile di sapere che straripa dagli sguardi bramosi di verità di un bambino che scruta per la prima volta il cielo e si sforza di continuare a mantenerla viva e incandescente: il bambino che alberga nel cuore di ognuno di noi e continua a chiedersi il “perché” delle cose vi ringrazia.

Mariachiara Longo,
IV A Liceo Scientifico “Virgilio-Redi”

Gli studenti del Liceo “Virgilio – Redi” incontrano il dottor Laporta: studiare oggi per costruire il “domani”

“L’adolescenza è un’invenzione degli adulti affetti da amnesia”, lo diceva il giornalista Beniamino Placido e lo ha ricordato il nostro Dirigente Scolastico, prof. Dario Cillo che inaugurando la prima delle due giornate dedicate alla Scienza che hanno coinvolto gli studenti del Liceo, ha sottolineato quanto importante sia coinvolgere i giovani in simili manifestazioni, che non solo spronano a studiare con passione e dedizione, ma dimostrano soprattutto quanto meraviglioso possa essere il tanto atteso, affascinante e misterioso “futuro” se si ha il coraggio e la forza di costruirlo credendo in se stessi e coltivando le proprie potenzialità.
Noi studenti del Liceo “Virgilio-Redi” abbiamo avuto, infatti, l’onore e il piacere di partecipare ad una delle “Giornate di Promozione della Cultura Scientifica”, organizzate dall’Università del Salento per il riconoscimento dei meriti professionali del dottor Stefano Laporta, Presidente dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e del Consiglio SNPA (Sistema Nazionale a rete per la Protezione dell’Ambiente) nonché ex alunno della nostra scuola, un grande esempio di come studiare significhi creare i presupposti per una vita volta alla piena realizzazione di sé.

Gli incontri con l’illustre ospite hanno avuto luogo venerdì 23 e sabato 24 marzo, rispettivamente presso la Sala Consiliare di Palazzo dei Celestini e l’Aula Magna della sede del “Virgilio – Redi” in via dei Salesiani.
Durante la prima delle due giornate si è tenuta la cerimonia ufficiale alla presenza, tra gli altri, del prefetto di Lecce Claudio Palomba, del presidente della Provincia Antonio Gabellone, del responsabile del servizio Tutela e Valorizzazione Ambiente della Provincia di Lecce Antonio Merico, del Dirigente Scolastico Dario Cillo e dei rappresentanti della Consulta degli studenti.

In tale occasione il dottor Laporta, dopo aver ricevuto il diploma di merito, ha dialogato con i ragazzi sul tema “Confini planetari e sfide ambientali”, illustrando le problematiche fondamentali di tipo ambientale che riguardano la nostra “madre” terra ed  evidenziando l’urgenza e la necessità di interventi immediati e rapidi finalizzati alla sua salvaguardia. Infatti, dalla conferenza è emerso che, se negli ultimi undicimila anni le condizioni del nostro pianeta sono state caratterizzate da una certa  stabilità, a seguito dell’avvento dell’era industriale e, quindi, con la fine dell’orocene e l’inizio dell’antropocene, progressivamente questa condizione di equilibrio è stata messa sempre più in crisi, tanto che oggi il pericolo ambientale è a dir poco elevatissimo.

A confermare questo rischio che si tramuta giorno dopo giorno in una realtà sempre più terribile e concreta sono i preoccupanti cambiamenti climatici, i disastri idrogeologici in costante aumento quali l’uragano Katrina, l’alterazione dei sistemi pluviometrici, del ciclo dell’ozono e di quello dell’acqua, il carico di aerosol atmosferico che influenza la formazione di nubi e piogge, le nuove particelle rilasciate nell’aria, l’acidificazione degli oceani con conseguente moria del plancton e danni irreversibili della biodiversità, buona parte dei  conflitti geopolitici di oggi , legati a problematiche ambientali.

Come ha ricordato il dottor Laporta, l’obiettivo da considerare prioritario attualmente è riuscire a contenere il riscaldamento globale al di sotto di almeno 2 gradi rispetto alle temperatura dell’era preindustriale, avvalendosi di nuove tecnologie quali la differenziazione e la valutazione della concentrazione di isotopi nell’aria e del flusso di azoto e fosforo verso atmosfera e oceano per valutare il clima, affinché le condizioni ambientali del nostro pianeta siano compatibili con le prospettive di crescita della razza umana che si prevede supererà gli  undici miliardi entro il 2100.

Inoltre, necessaria è l’approvazione di strategie che entro il periodo compreso tra il 2030 e il 2050 permettano di perseguire i cosiddetti “goals”, obiettivi per lo sviluppo sostenibile promossi dall’Unione Europea. Urge cambiare il modello di economia lineare attualmente adottato e fondato su azioni quali “prendi, produci, consuma, smaltisci”,  puntando , invece, su un’economia circolare che miri non solo al semplice riciclaggio delle materie prime, non sempre presenti nel nostro territorio, quanto alla politica delle “tre R”, dunque al recupero, al riutilizzo e alla rigenerazione di ciò che si ha a disposizione,  partendo da energie rinnovabili quali sole, vento e mare. Si dovrà  tener  conto anche delle conseguenze storiche e geopolitiche che l’inquinamento può avere (ad oggi si stimano oltre trenta milioni di sfollati proprio per via dei mutamenti ambientali) e di fattori di pressione come desertificazione, innalzamento del livello del  mare e cambiamenti del clima. Solo così sarà possibile entrare in un’ottica volta al benessere autentico, che sappia coniugare insieme tante realtà diverse, conferire identità, garantire omogeneità e valutare appieno possibili scenari futuri che il dottor Laporta ha definito “di alta resistenza e basso rischio” più che di “bassa resistenza ed alto rischio”, adottando un atteggiamento di consapevolezza e responsabilità verso la nostra “madre” terra e, quindi, verso l’umanità stessa.

Fondamentale, infatti, è stimolare ad una maggiore e più profonda sensibilità nei confronti delle   problematiche di carattere ambientale sicché essa si radichi nel sentimento e nella mentalità personale e collettiva, perché la forza di ciò che si fa è, soprattutto, in ciò che si comunica e solo estendendo anche ai non addetti ai lavori l’invito a proteggere l’ambiente, questo importantissimo obiettivo potrà essere realmente perseguito e diventare una vittoria di tutti e non più un sogno utopico di pochi.

Nella giornata di  sabato 24 marzo, gli studenti hanno incontrato il dottor Laporta  direttamente nella sede del Liceo  ed hanno assistito ad una lectio magistralis incentrata sul tema “Per fare un albero” e alla presentazione del Progetto di collaborazione ISPRA di alternanza scuola-lavoro “L’ecosistema marino-costiero”.

La lezione è partita proprio dall’importanza dell’albero in quanto aspetto identitario e caratterizzante, da considerare  elemento del creato alleato dell’uomo, sempre vicino alle sue esperienze esistenziali e alle sue esigenze e, dunque, contraddistinto da una forte valenza simbolica e da una carica  sentimentale che lo rendono un microcosmo che abbraccia pienamente la sfera emotiva di chi si accosta all’ambiente e sceglie di diventarne parte integrante, in un flusso simbiotico di sensazioni tra la natura circostante e la propria anima. Lo stesso albero, nel diverso modo di presentarsi nel corso delle quattro stagioni, può essere assimilato  agli uomini che modificano l’ aspetto  nelle differenti fasi della propria vita, diventando un simbolo ancestrale del tempo e dell’esistenza che inesorabile e meravigliosa si manifesta proprio nella forza del cambiamento: si vive per cambiare e si cambia per vivere e a questo assunto tanto filosofico quanto scientifico si possono ricondurre i fiori ridenti che sbocciano tra i rami di un albero in primavera tanto quanto i capelli colorati d’argento e le rughe che increspano la vita dell’uomo nell’autunno della sua esistenza.

Dopo una riflessione sulla canzone di Sergio Endrigo e sulla poesia di Gianni Rodari dai cui versi era stato tratto il titolo dell’argomento affrontato nella  lectio magistralis, il dottor Laporta è passato ad illustrare il  ruolo rivestito dall’albero in tutte le religioni, nella letteratura (basti pensare all’albero “dimora  per una vita”  de “ Il barone rampante” di Italo Calvino ,  alla selva oscura cui si fa riferimento nell’incipit della Divina Commedia di Dante e agli sterpi che imprigionano le anime dei suicidi di cui si parla  nel  XIII canto della stessa opera), nell’arte ( le opere di Manet, Chagall, Matisse), nell’architettura (l’albero della vita rappresentato nel mosaico del  pavimento della cattedrale di Otranto), nel linguaggio (dall’albero del leccio deriverebbe il nome delle  città di Lecce , di  Salice e  innumerevoli cognomi). Si è poi sottolineata  l’importanza dell’albero nell’ambito del  progresso scientifico, in quanto esso fornisce legna e fibre, funge da protezione dei corsi d’acqua e  contrasta il processo di erosione, assorbe anidride carbonica, riduce i gas serra ed è fondamentale per tutte le industrie, da quella tessile a quella farmaceutica. Insieme abbiamo riflettuto, poi, su cosa significa piantare un albero e su cosa significa distruggerlo, comprendendo che in esso si può davvero riconoscere il segreto della vita.

Parafrasando Rino Gaetano che nella sua “A mano a mano” cantava “può nascere un fiore nel nostro giardino”, al termine di queste giornate dedicate alla cultura siamo orgogliosi di affermare che le parole e l’esempio del dottor Laporta ci hanno permesso di piantare in noi semi di curiositas e passione per il mondo della scienza che potranno far germogliare nel giardino delle nostre menti e dei nostri cuori fiori dal profumo fresco e rigenerante di conoscenza. Per citare un’altra celebre canzone italiana, durante questa conferenza, a cui non abbiamo semplicemente “assistito” ma “attivamente partecipato”, la nostra Aula Magna non aveva più pareti ma alberi, alberi “infiniti”, così come ci auguriamo possa essere “infinita” la voglia di imparare di noi  studenti, nella speranza che il domani che costruiremo per noi e per gli altri sia propizio e luminoso come quello di cui è stato artefice il dottor Stefano Laporta.

Mariachiara Longo – classe IV A, Liceo Scientifico “Virgilio – Redi”

 

Due nostri studenti all’8a edizione del Campionato Nazionale delle Lingue a Urbino

8a edizione del Campionato Nazionale delle Lingue a Urbino

All’ottava edizione del Campionato Nazionale delle Lingue che si terrà a Urbino il 15 e il 16 febbraio p.v. partecipano due nostri studenti: Clara Loiacono della classe 5^ E linguistico EsaBac e Franco Casali della 5^ C di Scienze Applicate a cui va il nostro sentito “In bocca al lupo, ragazzi!”

Ecco la locandina dell’Evento

La parola al Dirigente Scolastico

L’idea del Liceo “Virgilio Redi” di Lecce, che si propone come “Liceo dei Licei”, consiste in un progetto didattico che interagisce con i modi, i tempi ed i piani di studio già in essere, coniugandoli con le possibilità offerte dalla normativa. La definizione di “Liceo dei Licei” ha, inoltre, una valenza quantitativa e modulare.

Il tutto nasce, da un lato, da una lettura attenta della normativa centrata sul tema dell’autonomia (e non solo) a partire dal DPR 275/99 sino alla recente Legge 107/15, dall’altro, dalla specificità del Liceo che dirigo dal settembre del 2015 che, a seguito della DGR Puglia 20.01.2015, n. 26, e s.m.i., ha fuso in un unico Polo liceale il Liceo Classico e Linguistico Virgilio di Lecce, il Liceo Scientifico e delle Scienze applicate di Squinzano ed il Liceo delle Scienze Umane ed Economico Sociale di Campi Salentina.

In sede di elaborazione degli indirizzi per il PTOF è stato naturale elaborare una proposta formativa unitaria che valorizzasse questa opportunità nel quadro di una riflessione strutturata sul ruolo e la funzione dei Licei.

In estrema sintesi, si tratta di:

  • orientare e riorientare, favorendo il passaggio da un indirizzo all’altro nel primo biennio;

  • specializzare ed ampliare il curricolo con discipline di rinforzo nel secondo biennio;

  • lavorare sull’integrazione del curricolo per preparare all’ingresso nel mondo del lavoro, della formazione superiore e dell’università nel monoennio finale.

Il progetto è in assoluta sintonia con la normativa vigente, valorizzando gli step previsti dall’art. 2 del DPR 89/10, dando un senso allo sviluppo del percorso quinquennale suddiviso in due periodi biennali ed in un monoennio finale.
In questo senso:

  • il primo biennio è concentrato sullo sviluppo delle competenze di base caratterizzanti l’obbligo di istruzione, anche attraverso un possibile ri-orientamento che non ostacoli il passaggio da un percorso ad un altro. Ciò alla luce della considerazione che la scelta operata alla fine della scuola secondaria di primo grado non sempre corrisponde alle reali abilità dello studente e che occorre favorire la continuità verticale tra gradi scolastici (art. 4, c.6, Dpr 275/99 e Dm 211/10);

  • il secondo biennio (come espressamente previsto dagli artt. 2 e 10 del Dpr 89/10 e dall’art.1, cc. 28-33, della Legge 107/15), una volta definite le competenze di base nel primo biennio, favorisce il potenziamento e la personalizzazione del curricolo (curriculum dello studente) attraverso l’alternanza scuola-lavoro ed insegnamenti opzionali aggiuntivi, che si concretizzano in 12 percorsi personalizzati di eccellenza (modulati coniugando l’allegato H al Dpr 89/10 e l’art.1, c. 7, della Legge 107/15), certificati dalla scuola e spendibili in sede di Esame di Stato;

  • il monoennio finale, funzionale all’orientamento in uscita ed alla specializzazione del percorso didattico in tal senso, è finalizzato a stabilire ogni possibile collegamento con il mondo del lavoro (alternanza, autoimprenditorialità …), la formazione superiore e l’università (specializzazione del curricolo, esercitazione ai test di ingresso, moduli disciplinari coordinati…).

L’idea è, insomma, quella di ridisegnare il senso della scuola per renderla più efficace nell’orientamento in itinere ed in uscita, di fare della personalizzazione del curricolo e della valorizzazione delle eccellenze lo strumento prioritario della didattica, di potenziare le competenze trasversali (lingue ed ICT), dando vita ad una realtà scolastica che unisca alla solidità dei contenuti della formazione liceale, nella sua pluralità e varietà, una nuova impostazione.
In altre parole, come specificatamente previsto dalla Legge 107/15, fare dell’orientamento e della personalizzazione il centro del sistema di istruzione. Si tratta, quindi, di utilizzare in maniera innovativa i principi presenti nella normativa esistente e le novità introdotte dalla Legge 107/15 per realizzare una nuova idea formativa centrata, come già accennato, sull’orientamento come sistema, e finalizzata al successo formativo, attraverso la personalizzazione del curricolo e la centralità dell’alunno nel processo di apprendimento. Quella del Liceo dei Licei è una proposta ed un progetto che si muove rispondendo a reali bisogni formativi. Forse ad oggi avvertiti più dalle famiglie che recepiti dalle istituzioni. Intravedo nel futuro un’idea molto più complessa ed articolata di scuola modulare che, pur preservando, a partire dal secondo biennio superiore, gli statuti epistemologici dei singoli percorsi, superi definitivamente la rigida impostazione del sistema a canne d’organo di gentiliana memoria. Ciò richiederà maggiore flessibilità e sicuramente una più alta disponibilità verso efficaci strumenti di valutazione interna ed esterna. Il processo avviato con il Rapporto di autovalutazione ed il Piano di miglioramento ha creato, a mio avviso, una più avvertita consapevolezza circa la possibilità di osservare in modo oggettivo e critico i processi formativi messi in atto. La rendicontazione sociale e la pianificazione triennale inducono alla trasparenza ed all’organizzazione. Stiamo certamente rivedendo nel primo biennio una più organica e strutturata programmazione dipartimentale e disciplinare per moduli (necessariamente sincronici per le singole discipline nei rispettivi indirizzi). Nel secondo biennio e nel monoennio finale, la gestione dell’organico, in particolare la pianificazione di quello potenziato, e del tempo scuola necessita di una gestione oculata e mirata. Annualmente realizziamo sondaggi fra studenti e genitori delle classi seconde per identificare le necessità funzionali al potenziamento nel secondo biennio. Stiamo valutando la soluzione delle classi aperte e parallele per competenze, nonché quella della formazione a distanza attraverso la diretta streaming. Abbiamo avviato un dialogo con l’Università del Salento e con Università telematiche per definire protocolli d’intesa per un comune processo di orientamento. Sono convinto, infatti, che sia la Scuola sia l’Università potrebbero trarre enorme giovamento da questo progetto, definendo una sorta di biennio condiviso tra il monoennio terminale degli studi superiori e quello iniziale dell’Università che possa rappresentare una reale occasione per definire organicamente obiettivi, contenuti e competenze in continuità tra orientamento in uscita ed in ingresso.

Potrebbero essere precisati specifici interventi di rinforzo formativo che configurino una migliore introduzione agli studi universitari e maturati CFU attraverso la frequenza di lezioni universitarie – in presenza o a distanza – specificatamente pensate per studenti del quinto anno e spendibili all’atto dell’iscrizione ai corsi universitari.

Credo fermamente che gli obiettivi siano la maggiore efficacia non della singola scuola, ma del sistema di istruzione a livello territoriale, la centralità che lo studente ha nel quadro generale dello stesso e gli strumenti che il sistema, nel suo insieme, riesce a mettere in atto per il raggiungimento sostanziale del successo formativo.

L’offerta di percorsi didattici fondati su scelte dello studente, consapevoli e strutturalmente accompagnate dal supporto specialistico della scuola, di percorsi che rispondano a inclinazioni personali e che favoriscano la scoperta di talenti e la promozione delle eccellenze, mi sembra corrisponda ad una reale esigenza dell’utenza, ma anche (cosa non secondaria) ad una effettiva valorizzazione del personale docente e del ruolo della scuola.